La cripta prende il nome dal brigante Padovano* che ne fece il proprio rifugio.
La Bracco la indica con il nome di grotta del Padovano. L’esterno della cripta è abbellito da un piccolo porticato intagliato nella roccia e poggia su due pilastri ancora integri. Nel primo ambiente al centro della parete frontale vi è una piccola cisterna che comunica sul fondo con un’altra di più grandi dimensioni.
Sulla parete di sinistra si apre un vano di forma rettangolare più piccolo del precedente. In questo ambiente si notano tre piccole cavità nel pavimento ed un gradone in funzione di sedile.
*Giuseppe Padovano (1832-1874), un onesto bracciante di Craco, soldato borbonico finì col diventare uno spietato brigante. Meglio conosciuto come il “Cappuccino” si può definire un classico esempio del disagio dovuto ai mutamenti del post-unità d’Italia. Dal 1861 al 1874 la Basilicata fu teatro delle sue scorrerie insieme al luogotenente Federico Aliano, come altri fu supportato da contadini, disertori e renitenti alla leva che, spesso, si “arruolarono” nelle sue fila. La storia di Giuseppe Padovano, a differenza di quella di Egidio Pugliese, suo capo prima, suo ispiratore poi, fu intensa, drammatica, e sofferta, fino alla condanna e alla pena capitale.
Le sue gesta sono descritte in un libro di Giuseppe Coniglio